La malattia
La malattia di Alzheimer (AD, Alzheimer’s Disease) è la più frequente forma di demenza. Colpisce il
sistema nervoso centrale, provocando perdita della memoria e di altre funzioni cognitive
(linguaggio, attenzione ecc). Si accompagna a problemi relazionali e comportamentali.
E’ una
malattia dovuta alla morte di cellule nervose situate nelle aree associative della corteccia
cerebrale. Le aree motorie e sensitive della corteccia sono risparmiate nei primi anni di malattia. Il
paziente quindi è in grado di camminare e muoversi a lungo, ma le capacità di ricordare,
apprendere, ragionare e compiere azioni corrette diminuiscono con il passare degli anni. Solo nelle
fasi avanzate sono compromesse anche le funzioni motorie. La malattia ha una durata media di
circa sette anni, con un ampio range di variabilità di durata (da 3 a 20 anni). In rari casi la malattia
è ereditaria (meno del 5%), negli altri casi è sporadica. La causa è ancora sconosciuta.
Inizia in maniera subdola e insidiosa: spesso i famigliari e gli amici non si accorgono del suo
apparire. La prima fase della malattia è caratterizzata da una leggera perdita della memoria e una
progressiva incapacità di imparare nuovi concetti, nuove tecniche, nonché di esprimersi e
comprendere.
In una fase successiva, peggiorano le difficoltà già presenti e le azioni della vita di
ogni giorno diventano per il malato sempre più difficili da affrontare. La mancanza di memoria
autobiografica ed episodica (cosa ho fatto pochi minuti fa? dove devo andare tra poco? quali sono
le mie parentele? ….), la perdita della memoria riguardante le conoscenze acquisite (d’inverno fa
freddo o caldo? quale è la capitale d’Italia?...) e l’incapacità di svolgere le attività quotidiane più
comuni (vestirsi, mangiare, bere ….), rendono il malato perennemente insicuro, titubante, spesso
nervoso, ansioso, depresso. Una fase più avanzata si caratterizza per i problemi motori, la
difficoltà di camminare, l’incontinenza. Infine il paziente è a letto, mangia sempre meno, non parla
più. I sentimenti rimangono, il dolore è ancora percepito così come possono essere percepite le
sensazioni piacevoli: l’affetto, la vicinanza delle persone care, i sorrisi.